Ricordiamo Nerino in Associazione
(testimonianza rilasciata da Franca Comeglio)
Una poesia, che è preghiera, recita:
“ O Dio,mandaci dei folli,
che si impegnino a fondo,
che dimentichino,
cheamino non soltanto a parole
che si donino per davvero,
sino alla fine!”
Pr. L . J . Lebret
Chi ha conosciuto NERINO o abbia occhi per “vedere” ciò che Egli ha lasciato, non può non ammettere che le parole del poeta si addicano a pennello, alla Sua bella figura di uomo e di cristiano!
L’Associazione Pianzola Olivelli, emanazione del “Gruppo di sostegno Padre Francesco Pianzola” (dal 1983 al 1987) e successivamente della “Caritas Parrocchiale Padre Francesco Pianzola” diventa una realtà, con atto costitutivo del 14/10/89 e nasce dalla fusione con l’Associazione Teresio Olivelli, fondata da Nerino tra i dipendenti Cariplo e che aveva come punto di riferimento spirituale, il Santuario di San Giuseppe.
Se si intende l’Associazione come “Sede”, fino a che nel ‘90/’91 non furono disponibili alcuni ambienti della Casa di v.lo Manzoni 1/3, Nerino incontrava i giovani presso l’oratorio ed i primi collaboratori in casa di qualcuno di essi.
In questi incontri furono gettate le basiper la realizzazione della Casa di Accoglienza e del Magazzino della Solidarietà per mezzo di lettere, inviti, telefonate, contatti, incontri con autorità, ministri, dirigenti Cariplo, sindacati, autorità scolastiche e Sindaci.
A me, ora , sembra impossibile aver fatto così tanto lavoro … un sogno!
Nessuno diceva di no a Nerino, per qualsiasi cosa chiedesse; a parte le donazioni in denaro, in materiali vari, occorre ricordare quanti, con il loro lavoro materiale hanno risposto alle richieste di Nerino, per quel suo modo di presentarsi, col suo particolare carisma, quel coinvolgimento semplice, ma concreto, dal momento che, all‘occorrenza, egli per primo … partiva.
Al momento opportuno, Nerino, prese martello e scalpello e, materialmente si mise a costruire la Casa dei suoi sogni, ove accogliere giovani immigrati, persone disagiate, poveri senza casa.
Accorsero, al suo invito, schiere di giovani, a dare una mano ai volontari del paese,non più giovani, ma “maestri della loro arte” di muratori, falegnami, elettricisti, ecc.
Era il momento in cui occorrevano soldi, ma anche cuori e mani di lavoratori e vennero:
gli Scout Pavia 2,
la Gioventù Francescana di Bari,
i giovani del Gruppo Exodus di Don Mazzi,
gli Avieri del XII Gruppo Radar di Remondò
i volontari di Cernusco Lombardone
i volontari della IBO (International Bow Order – Associazione Italiana Soci Costruttori di Ferrara).
Giungevano da tutta Europa per aiutare a costruire, il più velocemente possibile, il Magazzino della Solidarietà.
Cose mai viste a Cilavegna!
Nerino torna dal lavoro nel tardo pomeriggio, ma non si ferma; ha già tutto programmato nella sua testa (ma nessun altro è al corrente); sa di trovare i giovani in oratorio e parte, con un camioncino, preso in prestito, e percorre chilometri e chilometri per andare a ritirare indumenti, viveri, oggetti d’uso scolastico, prodotti per l’igiene personale, ecc presso: le Scuole del territorio di Pavia, Novara, Como ed Alessandria; dagli oratori, dalle sedi della Croce Rossa Italiana, dalle ditte, da privati cittadini, preventivamente sensibilizzati su quello che, allora era il gravissimo, emergente problema della FAME NEL MONDO.
Eh, ce ne volle sì del lavoro anche materiale per sensibilizzare tutti: spedire lettere – invito a tremiladipendenti di oltre 200 Banche e 4.000 pensionati.
Ci inviarono somme di denaro: le Banche di Aprilia, Marostica, Molfetta, San Severo, Torino, Milano, Parma, Piacenza, Cilavegna, Vigevano, varie Fondazioni, Parrocchie,Regione Lombardia, ecc.
Nel 1993 si spedirono 35.000 (trentacinquemila) depliants, volantini, si scrissero articoli su vari giornali; tutto questo ha richiesto sere e sere di lavoro: scrivere lettere, fotocopiarle, confezionare pacchi, ecc.
………e non è sensibilizzazione questa !
Non vanno dimenticate le varie “ campagne “ e “ sottoscrizioni “ indette da Nerino , ogniqualvolta si presentava una impellente necessità di denaro , mirato ad un ben definito scopo.
Da ricordare le Adozioni o Sostegno a distanza di orfani angolani .
Nel 1992- da giugno a novembre : 267 adozioni .
La sera, finalmente, Nerino era … in Associazione; con lui, collaboratori ed amici.
Momenti di preghiera, qualche buona lettura, il resoconto della giornata, dei viaggi, delle attività svolte, le disposizioni per il giorno dopo (spesso completamente sovvertite da perentori ordini che arrivavano da Milano, cioè da Nerino) e telefonate a non finire!
Era bello !
Paragono quei nostri incontri a quelli di Don Bosco con i suoi ragazzi ai quali trasmetteva il suo entusiasmo, condizionandoli – in senso buono -, appassionandoli a qualcosa (…Anche don Bosco dovette spesso sloggiare da un posto all’altro, come Nerino prima di avere una Casa e un Magazzino..!).
Naturalmente si lavorava fino a notte inoltrata; poi Nerino riempiva la sua famosa valigetta o due o tre borse di plastica con lettere, depliants e quant’altro, da distribuire il giorno successivo.
Particolare la presenza di Nerino in Associazione, allorché furono ospitate nella Casa di Accoglienza le ragazze di strada con le quali, tornato dal lavoro, ogni sera, si intratteneva a lungo; bisognava recuperare ed inserire nella società le ragazze amorevolmente accolte .
Si realizzava così l’intuizione avuta da Nerino, molti anni addietro, nel Santuario della Madonna della Guardia: di non raccogliere … solo “stracci”, bensì di recuperare persone, togliendole dall’indigenza o dalla strada.
Quel “sogno” era, ora, realtà,“l’opera più bella, più grande e significativa della storia dell’ Associazione Pianzola Olivelli” come ebbe a dire uno dei tanti amici – veri – di Nerino ( R B).
|